Terza lezione

24 ottobre 2013 


Elementi grammaticali:

  1. I verbi irregolari

ANDARE , DARE, FARE, STARE , USCIRE
 ANDARE DARE FARE STARE USCIRE
 io vado do faccio sto esco
 tu vai dai fai stai esci
 lui/lei va dà fa sta esce
 noi andiamo diamo facciamo stiamo usciamo
 voi andate date fate state uscite
 loro vanno danno fanno stanno escono


VENIRE  e TENERE aggiungono una g tra il tema e la desinenza della prima persona singolare e della terza persona plurale, e una i nella seconda e terza persona singolare:

 TENERE VENIRE
 io tengo vengo
 tu tieni vieni
 lui/lei tiene viene
 noi teniamo veniamo
 voi tenete venite
 loro tengonovengono

   
  2. I verbi modali


I verbi potere, dovere e volere sono considerati verbi modali o servili perché servono all’infinito che di solito li segue aggiungendo un’idea di possibilità, volontà, obbligo o necessità. Anche il verbo sapere quando esprime una capacità ha valore di verbo modale. Questi verbi hanno la caratteristica di essere seguiti da un verbo all’infinito.
Possono essere usati autonomamente, per esempio: voglio un gelato;non ne posso più; mi devi un favore.
Oppure possono precisare il significato del verbo che li segue all’infinito.

POTERE
Vediamo come si coniuga il presente indicativo di potere:

io
posso
tu
puoi
lui / lei
può
noi
possiamo
voi
potete
loro
possono
Il verbo potere indica un’idea di possibilità ed è seguito da un verbo all’infinito:
Possiamo mangiare fuori stasera
a.     con questa frase indico la possibilità di mangiare fuori stasera.

Molto frequente è l’uso del verbo potere nelle frasi interrogative:
- Puoi venire al cinema stasera?
- No, non posso venire (ma anche solo: no, non posso)si esprime l’idea dell’impossibilità di andare al cinema, non perché non lo si vuole, ma perché non si può.

Si può usare per chiedere qualcosa in modo gentile:
- Posso avere un bicchiere d’acqua per favore?
- Puoi aiutarmi ad apparecchiare?

Possiamo usare potere quando vogliamo chiedere il permesso:
- Posso usare la tua macchina stasera?
- Posso offrirle qualcosa da bere?

VOLERE
Vediamo la coniugazione del presente indicativo:

io
voglio
tu
vuoi
lui / lei
vuole
noi
vogliamo
voi
volete
loro
vogliono

Il verbo volere può essere usato autonomamente: voglio un caffè; volete un succo?
Oppure può essere seguito da un verbo all’infinito esprimendo un’idea di volontà.

Si può usare per esprimere un desiderio:
Voglio andare in vacanza!
Vogliamo vivere su un’isola.

Oppure in frasi negative:
Non vogliamo discutere con te.
Non voglio vederti mai più!

In frasi interrogative si può usare per fare una richiesta:
Ragazzi, stasera volete andare a mangiare una pizza?
Vuoi bere un po’ di vino?

Vediamo la differenza tra potere e volere:
Vuoi venire con noi in biblioteca oggi pomeriggio? in questa frase si chiede se c’è la volontà, il desiderio di andare in biblioteca.
Puoi venire in biblioteca oggi pomeriggio? in questa frase si chiede se c’è la possibilità di andare in biblioteca.

DOVERE
Ecco il presente indicativo:

io
devo
tu
devi
lui / lei
deve
noi
dobbiamo
voi
dovete
loro
devono

Il verbo dovere si può usare in modo autonomo con il significato di essere debitore, dovere restituire:
Ti devo un caffè! ti sono debitore di un caffè.
Può essere seguito da un verbo all’infinito esprimendo una necessità:
Dobbiamo andare dal dottore.
Devo fare la spesa.

Può esprimere un obbligo:
Devi rispettare le leggi.
Non dovete bere alcolici quando guidate.

Il verbo dovere si può usare per dare consigli o suggerimenti:
Se vuoi dimagrire devi fare esercizio fisico.
Se ti piacciono le commedie devi assolutamente vedere questo film.

SAPERE
Anche il verbo sapere può avere un valore modale nel significato di "essere capace di".

io
so
tu
sai
lui / lei
sa
noi
sappiamo
voi
sapete
loro
sanno

Il verbo sapere può essere usato in modo autonomo con il significato di conoscere: so l’italiano molto bene; sapete l’ora?.
Seguito da infinito assume il significato di "essere capace di":
Marta e Claudia sanno cucinare molto bene. Marta e Claudia sono capaci di cucinare molto bene.
Marco non sa nuotare. Marco non è capace di nuotare.
- Sapete fare questo esercizio? siete capaci di fare questo esercizio?
- No, non lo sappiamo fare.  no, non siamo capaci.

Elementi comunicativi:

Come facciamo ad accettare o rifiutare un invito?
Ecco un video utile per ricordare le espressioni più importanti!



Attività svolte

  • lettura 
ci avviciniamo a questa particolare ricorrenza, vediamo quali sono le sue origini.


LE ORIGINI DI HALLOWEEN

La parola Halloween ha origini anglosassoni e deriva dalla contrazione della frase “All Hallows Eve” ovvero, la notte di Ognissanti.
Le sue origini sono molto antiche e arrivano dai Celti,  per loro l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio, come per noi oggi, bensì il 1° novembre, questo segnava la fine dell’estate e l’inizio della stagione fredda.
In questo periodo il lavoro dei contadini era finito e potevano finalmente rilassarsi,rimanendo chiusi in casa per molti mesi riparandosi dal freddo,costruendo utensili e passando le serate a raccontare storie e leggende. 

La notte tra il 31 ottobre e il 1° Novembre era il momento più solenne di tutto l’anno e rappresentava per i Celti la più importante celebrazione del loro calendario ed era chiamata la notte di Samhain (Dio delle tenebre), essi pensavano che questo Dio chiamasse a se tutti gli spiriti dei defunti, permettendo al mondo degli spiriti di unirsi al mondo dei viventi.

Una leggenda narra che, in questa notte, tutte le persone morte l’anno precedente, tornassero sulla terra per possedere nuovi corpi per l’anno seguente, per questo gli abitanti dei villaggi si riunivano nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Nuovo Fuoco ( che simboleggiava l’arrivo del nuovo anno). 

I Romani vennero a contatto con queste celebrazioni nel primo secolo e,malgrado l’avvento del cristianesimo, queste tradizioni ora mai erano molto radicate quindi l’antico rito celtico-romano rimase e continua tuttora.

LE MASCHERE

L’usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween, nasce dalla tradizione che i Celti avevano, dopo il rito dei sacrifici nella notte del 31 Ottobre, di festeggiare per 3 giorni mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per  spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere  ritornavano al villaggio illuminando il loro cammino con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro.

TRICK OR TREAT (DOLCETTO O SCHERZETTO)
L’usanza dei bambini di bussare alle porte delle case gridando
Trick or treat, che significa più o meno dolcetto o scherzetto, deriva dall’usanza dei Celti di lasciare cibo e latte fuori dalla porta, nella speranza di ingraziarsi gli spiriti ed evitare le loro malefatte.

LE ZUCCHE

Hanno sostituito le cipolle quando
la tradizione arrivò in America e gli Irlandesi scoprirono che le zucche erano molto più adatte di cipolle e rape per la costruzione delle tradizionali lanterne di Halloween.

I COLORI



I colori che simboleggiano Halloween sono l’arancione (il colore delle zucche), il verde (il colore dei mostri), il nero (il colore delle streghe, dei loro gatti, dei pipistrelli), il bianco (il colore dei fantasmi).







Abilità orali:

E TU COSA CONOSCI DI QUESTA FESTA? RACCONTA AI TUOI COMPAGNI LA TUA STORIA! 




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